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13 Settembre 2017
Leonardo da Vinci Spy story. Alviano 30 settembre
Non una conferenza, ma un racconto entusiasmante fatto di narrazione e immagini. Sarà questo "LEONARDO DA VINCI SPY STORY. Le origini del genio". A raccontare un Leonardo insolito, nuovo, che negli anni della sua giovinezza frequenta l'Umbria e Roma, sarà lo storico dell'arte Luca Tomio. Come recita la comunicazione dell'evento, si racconterà "La storia di una scoperta. Una scoperta che cambia la storia". Il palcoscenico sarà il Castello rinascimentale di Alviano, in Umbria, a poco più di un'ora da Roma. L'evento, che si svolgerà il 30 settembre alle 21.30, è organizzato dal Comune di Alviano, con il patrocinio della Provincia di Terni.
"Dall'intuizione di un bambino nasce una ricerca avvincente che svela le vere origini di Leonardo da Vinci - dichiara Tomio - che ne riscrive la storia degli esordi non solo a Firenze ma tra i paesaggi dell'Umbria e le rovine di Roma". Leonardo da Vinci-Spy Story precisa Tomio "non è una conferenza, ma il racconto per immagini di una ricerca ancora in corso ricca di rimandi storici, di ricostruzioni delle atmosfere del tempo, di dettagli misteriosi che gettano nuova luce sui primi passi del Genio Universale".
"La scoperta che ha innescato tutto - spiega ancora Tomio - è la presenza di Leonardo in Umbria nel 1473, attestata dal disegno degli Uffizi che ritrae le Cascate delle Marmore, ma anche dai paesaggi umbro-sabini presenti in almeno due opere della bottega del Verrocchio. Queste scoperte mi hanno aperto uno scenario del tutto inedito non solo sulla formazione umbra e romana del giovane Leonardo ma anche sulla sua vita avventurosa, dinamica, non solo dell'artista-scienziato, ma anche dell'artista-consulente militare che si muove nello spietato scacchiere della politica del tempo. Ecco perché "Spy Story”. Racconta Tomio “questa ricerca è anche per me una sorta di grande avventura di conoscenza, che non procede linearmente ma si snoda in un intrico di affascinanti percorsi in musei meravigliosi, archivi segreti, picchi rocciosi, valli incantate. Come da copione di un fanta-thriller storico in cui si sfidano le convenzioni consolidate, tra illuminati sostenitori e antagonisti".
A fare da scenario all'evento del 30 settembre, sarà il Castello di Alviano. Il sindaco Giovanni Ciardo ammette "siamo orgogliosi di ospitare un evento per noi così interessante e originale. Abbiamo seguito sin da subito gli sviluppi del lavoro di Tomio". Continua Ciardo "dall'inizio del nostro mandato abbiamo subito puntato sulla storia. Sia intesa come memoria recente, che, andando più indietro, puntando sulla riscoperta della figura di Bartolomeo D'Alviano, le cui vicende Tomio ci racconterà come si intrecciano anche con quelle di Leonardo. Per questo siamo sempre molto attenti anche alle proposte che vedono l'intreccio tra storia e arte, come ci proporrà in una chiave nuova il 30 settembre, Luca Tomio. Ora il nostro auspicio è che il lavoro di Tomio in Umbria prosegua. Sia in chiave di ricerca, sia in chiave di promozione del territorio".
Luca Tomìo, storico e critico d'arte milanese, nel corso del 2017 ha svolto, e già presentato in sedi istituzionali e scientifiche, le sue ricerche su Leonardo in Umbria sotto l'egida dell'Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, del Dipartimento di Scienze della Terra de La Sapienza di Roma, degli Archivi di Stato di Terni e Rieti, della Società Cartografica Almagià.
"Dall'intuizione di un bambino nasce una ricerca avvincente che svela le vere origini di Leonardo da Vinci - dichiara Tomio - che ne riscrive la storia degli esordi non solo a Firenze ma tra i paesaggi dell'Umbria e le rovine di Roma". Leonardo da Vinci-Spy Story precisa Tomio "non è una conferenza, ma il racconto per immagini di una ricerca ancora in corso ricca di rimandi storici, di ricostruzioni delle atmosfere del tempo, di dettagli misteriosi che gettano nuova luce sui primi passi del Genio Universale".
"La scoperta che ha innescato tutto - spiega ancora Tomio - è la presenza di Leonardo in Umbria nel 1473, attestata dal disegno degli Uffizi che ritrae le Cascate delle Marmore, ma anche dai paesaggi umbro-sabini presenti in almeno due opere della bottega del Verrocchio. Queste scoperte mi hanno aperto uno scenario del tutto inedito non solo sulla formazione umbra e romana del giovane Leonardo ma anche sulla sua vita avventurosa, dinamica, non solo dell'artista-scienziato, ma anche dell'artista-consulente militare che si muove nello spietato scacchiere della politica del tempo. Ecco perché "Spy Story”. Racconta Tomio “questa ricerca è anche per me una sorta di grande avventura di conoscenza, che non procede linearmente ma si snoda in un intrico di affascinanti percorsi in musei meravigliosi, archivi segreti, picchi rocciosi, valli incantate. Come da copione di un fanta-thriller storico in cui si sfidano le convenzioni consolidate, tra illuminati sostenitori e antagonisti".
A fare da scenario all'evento del 30 settembre, sarà il Castello di Alviano. Il sindaco Giovanni Ciardo ammette "siamo orgogliosi di ospitare un evento per noi così interessante e originale. Abbiamo seguito sin da subito gli sviluppi del lavoro di Tomio". Continua Ciardo "dall'inizio del nostro mandato abbiamo subito puntato sulla storia. Sia intesa come memoria recente, che, andando più indietro, puntando sulla riscoperta della figura di Bartolomeo D'Alviano, le cui vicende Tomio ci racconterà come si intrecciano anche con quelle di Leonardo. Per questo siamo sempre molto attenti anche alle proposte che vedono l'intreccio tra storia e arte, come ci proporrà in una chiave nuova il 30 settembre, Luca Tomio. Ora il nostro auspicio è che il lavoro di Tomio in Umbria prosegua. Sia in chiave di ricerca, sia in chiave di promozione del territorio".
Luca Tomìo, storico e critico d'arte milanese, nel corso del 2017 ha svolto, e già presentato in sedi istituzionali e scientifiche, le sue ricerche su Leonardo in Umbria sotto l'egida dell'Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, del Dipartimento di Scienze della Terra de La Sapienza di Roma, degli Archivi di Stato di Terni e Rieti, della Società Cartografica Almagià.
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12 Novembre 2024
Un nuovo ciclo pittorico è stato scoperto all’interno del castello di Bartolomeo di Alviano e Donna Olimpia Pamphilj. A renderlo noto è l’amministrazione comunale facendo riferimento alla scoperta del restauratore Simone Deturres, a cui il Comune ha dato incarico di lavorare agli affreschi, che potrebbe raccontare qualcosa di nuovo del palazzo che fu del capitano di ventura. A seguito di sondaggi terminati a dicembre scorso sono emerse nuove figure che gettano ulteriore luce sulle opere pittoriche contenute nel prezioso edificio di Alviano i cui affreschi da anni sono tra le maggiori attrattive turistiche di chi viene a visitare il castello.
“In seguito a dei lavori di manutenzione dell’attuale biblioteca abbiamo visto apparire da un muro delle tracce di quello che ci sembrava un affresco”, riferisce il Sindaco Giovanni Ciardo. “Dato il valore e la forza espressiva degli altri affreschi nelle altre sale del Castello – spiega ancora – abbiamo pensato che fosse giusto andare ad indagare”. Conseguentemente è stato dato l’incarico al restauratore di beni culturali Simone Deturres il quale racconta: “credevo di scoprire poco più di uno stemma sopra ad un camino ed invece c’è un ciclo pittorico, tutto da recuperare. Ho eseguito diciannove sondaggi che hanno confermato la presenza di un esteso apparato pittorico, simile a quello delle altre stanze del Castello”.
Deturres parla di “situazione piuttosto grave per effetto di molti fattori concomitanti. Posso assicurare comunque che sotto agli intonaci vi è almeno un 60 per cento di quelli che erano gli affreschi originali che si possono recuperare”. Il restauratore aggiunge: “non possiamo ancora sapere per quali motivi siano stati ricoperti, magari perché danneggiati o perché ritraevano qualcosa di imbarazzante. Solo scoprendo i cartigli e l’intero affresco, come nella altre stanze, capiremo di più”. Il Castello ha attualmente tre sale affrescate: la Sala dell’Unicorno, la Sala della Stella e la Sala della Fenice. In tali affreschi, la cui datazione oscilla tra il 1518-1519 e il 1537, si intrecciano simboli, miti romani, stemmi di famiglia intimamente legati alla figura di Bartolomeo d’Alviano.
Nadia Bagnarini, storica dell’arte, che ha curato una recente pubblicazione dal titolo “Il castello di Alviano e il suo apparato iconografico. Il trionfo della dinastia dei Liviani”, afferma: “ad un primo sguardo gli affreschi appena scoperti fanno parte sicuramente di un ciclo molto articolato e necessitano di un restauro immediato che li possa preservare, al fine della tutela, fruizione e valorizzazione. Molto interessante la figura del personaggio barbuto (presumibilmente un Tritone), riemerso in uno dei saggi effettuati, notevole nella pennellata e nella resa anatomica. Ancora più accattivante appare l’immagine raffinata della Nereide alle sue spalle che ne cavalca la coda. Nutro dei dubbi sul fatto che la mano del pittore sia la stessa di quella che realizzò gli affreschi delle altre sale ma non si può escludere nulla, nell’attesa che il restauro sveli il resto”.Al momento i sondaggi sono terminati.
La relazione di Deturres richiede un approfondito intervento di restauro per recuperare l’intera superficie dipinta e ipotizza un nuovo passaggio di collegamento delle stanze non ancora esplorato. “Siamo curiosi di scoprire cosa nascondono quegli intonaci – riprende il Sindaco Ciardo – gli affreschi delle altre sale sono il cuore delle visite guidate nel Castello e riscuotono un grande successo”. Il complesso di affreschi del Castello ha anche ispirato un illustratore messicano che ha dato vita ad un percorso pittorico dal nome “Sentiero dell’Unicorno”, presso il borgo di Alviano. “Ora dobbiamo andare in fondo e scoprire quali altre storie si celano dietro a quegli intonaci, sperando che l’umidità, il tempo, la mano dell’uomo, non abbiano fatto troppi danni.
Magari potremmo scoprire altre stanze belle come la Sala della stella” ricorda ancora il Sindaco. “Tale sala – aggiunge – richiama la speranza di un padre, Bartolomeo di Alviano, di vedere “rinnovata la sua stella”, la sua storia, la sua grandezza. “Certo, siamo solo all’inizio. C’è bisogno di un consistente impegno, sia di tempo che economico. Ma ora che abbiamo iniziato a vedere così tanta bellezza – conclude Ciardo – proveremo tutte le strade per dare a questo paese una ragione in più per riscoprirsi e farsi scoprire”.