Itinerari turistici
Culturali
Cammino della Pietra Bianca
Il Cammino della Pietra Bianca è un percorso ad anello di 118 km, che attraversa i territori dei Monti Amerini e della zona fluviale del Tevere.
Elemento caratteristico è il fatto che si snoda quasi interamente su strade sterrate, ricoperte da pietrisco di colore bianco, molto usato in queste zone per compattarne il fondo.
Può essere percorso sia a piedi che in mountain bike, e persino con la joëlette, carrozzina fuoristrada monoruota che permette a qualsiasi persona con disabilità di fare escursioni con l’aiuto di almeno due accompagnatori.
E’ composto da 14 tappe (Attigliano, Giove, Penna in Teverina, Amelia, Sambucetole, Montecastrilli, Dunarobba, Avigliano Umbro, Castel dell’Aquila, Collicello, Macchie, Porchiano del Monte, Lugnano in Teverina, Alviano), di lunghezza variabile tra 4 e 16 km, che possono essere accorpate per creare percorrenze giornaliere consone alla propria andatura. Può essere percorso sia in senso antiorario che in senso orario, partendo da uno qualunque tra i borghi attraversati dal Cammino.
Può essere percorso sia a piedi che in mountain bike, e persino con la joëlette, carrozzina fuoristrada monoruota che permette a qualsiasi persona con disabilità di fare escursioni con l’aiuto di almeno due accompagnatori.
E’ composto da 14 tappe (Attigliano, Giove, Penna in Teverina, Amelia, Sambucetole, Montecastrilli, Dunarobba, Avigliano Umbro, Castel dell’Aquila, Collicello, Macchie, Porchiano del Monte, Lugnano in Teverina, Alviano), di lunghezza variabile tra 4 e 16 km, che possono essere accorpate per creare percorrenze giornaliere consone alla propria andatura. Può essere percorso sia in senso antiorario che in senso orario, partendo da uno qualunque tra i borghi attraversati dal Cammino.
Il sentiero dell'Unicorno
Proprio nella parte più antica e assolata di Alviano, inizia il Sentiero dell’Unicorno, nei Giardini del Sole ed arriva fino al Castello.
Il progetto è nato per volontà del Comune di Alviano, per valorizzare i luoghi e il territorio con una proposta che integri la bellezza del borgo umbro con il suo paesaggio, la sua storia e le sue atmosfere in un percorso tematico e artistico. Quindi Gabriel Pacheco, artista internazionale ha progettato un percorso pittorico permanente in otto tappe, intorno al borgo e il suo Castello. Il compositore Arturo Annecchino, ispirato dalle opere ha creato delle musiche da ascoltare tramite il cellulare, stando seduti su panchine speciali posizionate accanto alle opere. Ogni scena è come se fosse una fotografia di un’azione metaforica e in ogni quadro c’è sempre l’associazione tra un fiore, un animale o un insetto, un simbolo, un’azione. L’autore racconta che queste immagini provano a essere in uno stato di ambiguità per mettere insieme diversi aspetti, in modo che il lettore possa collegare le sue informazioni con riferimenti mitologici e con il proprio cuore, con l’esperienza che ha avuto dello stesso stato emotivo.
Il progetto è nato per volontà del Comune di Alviano, per valorizzare i luoghi e il territorio con una proposta che integri la bellezza del borgo umbro con il suo paesaggio, la sua storia e le sue atmosfere in un percorso tematico e artistico. Quindi Gabriel Pacheco, artista internazionale ha progettato un percorso pittorico permanente in otto tappe, intorno al borgo e il suo Castello. Il compositore Arturo Annecchino, ispirato dalle opere ha creato delle musiche da ascoltare tramite il cellulare, stando seduti su panchine speciali posizionate accanto alle opere. Ogni scena è come se fosse una fotografia di un’azione metaforica e in ogni quadro c’è sempre l’associazione tra un fiore, un animale o un insetto, un simbolo, un’azione. L’autore racconta che queste immagini provano a essere in uno stato di ambiguità per mettere insieme diversi aspetti, in modo che il lettore possa collegare le sue informazioni con riferimenti mitologici e con il proprio cuore, con l’esperienza che ha avuto dello stesso stato emotivo.
Per maggiori informazioni: https://www.trekkingmontiamerini.com/alviano-il-sentiero-dellunicorno-e-il-castello/
News
12 Novembre 2024
Un nuovo ciclo pittorico è stato scoperto all’interno del castello di Bartolomeo di Alviano e Donna Olimpia Pamphilj. A renderlo noto è l’amministrazione comunale facendo riferimento alla scoperta del restauratore Simone Deturres, a cui il Comune ha dato incarico di lavorare agli affreschi, che potrebbe raccontare qualcosa di nuovo del palazzo che fu del capitano di ventura. A seguito di sondaggi terminati a dicembre scorso sono emerse nuove figure che gettano ulteriore luce sulle opere pittoriche contenute nel prezioso edificio di Alviano i cui affreschi da anni sono tra le maggiori attrattive turistiche di chi viene a visitare il castello.
“In seguito a dei lavori di manutenzione dell’attuale biblioteca abbiamo visto apparire da un muro delle tracce di quello che ci sembrava un affresco”, riferisce il Sindaco Giovanni Ciardo. “Dato il valore e la forza espressiva degli altri affreschi nelle altre sale del Castello – spiega ancora – abbiamo pensato che fosse giusto andare ad indagare”. Conseguentemente è stato dato l’incarico al restauratore di beni culturali Simone Deturres il quale racconta: “credevo di scoprire poco più di uno stemma sopra ad un camino ed invece c’è un ciclo pittorico, tutto da recuperare. Ho eseguito diciannove sondaggi che hanno confermato la presenza di un esteso apparato pittorico, simile a quello delle altre stanze del Castello”.
Deturres parla di “situazione piuttosto grave per effetto di molti fattori concomitanti. Posso assicurare comunque che sotto agli intonaci vi è almeno un 60 per cento di quelli che erano gli affreschi originali che si possono recuperare”. Il restauratore aggiunge: “non possiamo ancora sapere per quali motivi siano stati ricoperti, magari perché danneggiati o perché ritraevano qualcosa di imbarazzante. Solo scoprendo i cartigli e l’intero affresco, come nella altre stanze, capiremo di più”. Il Castello ha attualmente tre sale affrescate: la Sala dell’Unicorno, la Sala della Stella e la Sala della Fenice. In tali affreschi, la cui datazione oscilla tra il 1518-1519 e il 1537, si intrecciano simboli, miti romani, stemmi di famiglia intimamente legati alla figura di Bartolomeo d’Alviano.
Nadia Bagnarini, storica dell’arte, che ha curato una recente pubblicazione dal titolo “Il castello di Alviano e il suo apparato iconografico. Il trionfo della dinastia dei Liviani”, afferma: “ad un primo sguardo gli affreschi appena scoperti fanno parte sicuramente di un ciclo molto articolato e necessitano di un restauro immediato che li possa preservare, al fine della tutela, fruizione e valorizzazione. Molto interessante la figura del personaggio barbuto (presumibilmente un Tritone), riemerso in uno dei saggi effettuati, notevole nella pennellata e nella resa anatomica. Ancora più accattivante appare l’immagine raffinata della Nereide alle sue spalle che ne cavalca la coda. Nutro dei dubbi sul fatto che la mano del pittore sia la stessa di quella che realizzò gli affreschi delle altre sale ma non si può escludere nulla, nell’attesa che il restauro sveli il resto”.Al momento i sondaggi sono terminati.
La relazione di Deturres richiede un approfondito intervento di restauro per recuperare l’intera superficie dipinta e ipotizza un nuovo passaggio di collegamento delle stanze non ancora esplorato. “Siamo curiosi di scoprire cosa nascondono quegli intonaci – riprende il Sindaco Ciardo – gli affreschi delle altre sale sono il cuore delle visite guidate nel Castello e riscuotono un grande successo”. Il complesso di affreschi del Castello ha anche ispirato un illustratore messicano che ha dato vita ad un percorso pittorico dal nome “Sentiero dell’Unicorno”, presso il borgo di Alviano. “Ora dobbiamo andare in fondo e scoprire quali altre storie si celano dietro a quegli intonaci, sperando che l’umidità, il tempo, la mano dell’uomo, non abbiano fatto troppi danni.
Magari potremmo scoprire altre stanze belle come la Sala della stella” ricorda ancora il Sindaco. “Tale sala – aggiunge – richiama la speranza di un padre, Bartolomeo di Alviano, di vedere “rinnovata la sua stella”, la sua storia, la sua grandezza. “Certo, siamo solo all’inizio. C’è bisogno di un consistente impegno, sia di tempo che economico. Ma ora che abbiamo iniziato a vedere così tanta bellezza – conclude Ciardo – proveremo tutte le strade per dare a questo paese una ragione in più per riscoprirsi e farsi scoprire”.