Oasi di Alviano
Alla fine degli anni '60, dopo solo sette anni dalla costruzione dello sbarramento di Alviano sul Tevere, il lago che si era formato richiamava migliaia e migliaia di uccelli acquatici in migrazione.
Nel 1977, la Regione dell'Umbria decretò il divieto di caccia su tutta l'area. Nel 1983 la Provincia di Terni costruì il primo sentiero natura attrezzato per le visite ed iniziò una proficua collaborazione con WWF Italia. Da quella collaborazione, nel 1990, nacque un progetto di valorizzazione naturalistica ed educativa che costituì la base per costruire il futuro dell'Oasi. Nel 1992 fu costruito un secondo sentiero agibile anche dai diversamente abili, attrezzato con osservatori, un’aula all'aperto che può ospitare più di cinquanta visitatori ed una torre. Nel 1996, è stato realizzato un laboratorio didattico per la divulgazione della educazione ambientale ai ragazzi delle scuole, un laboratorio dove è possibile studiare la vita microscopica della palude. Il laboratorio è attrezzato di microscopi, telecamere e monitor, in modo che gli operatori possano direttamente far seguire agli studenti tutte le fasi di un’autentica ricerca.
Nel 1977, la Regione dell'Umbria decretò il divieto di caccia su tutta l'area. Nel 1983 la Provincia di Terni costruì il primo sentiero natura attrezzato per le visite ed iniziò una proficua collaborazione con WWF Italia. Da quella collaborazione, nel 1990, nacque un progetto di valorizzazione naturalistica ed educativa che costituì la base per costruire il futuro dell'Oasi. Nel 1992 fu costruito un secondo sentiero agibile anche dai diversamente abili, attrezzato con osservatori, un’aula all'aperto che può ospitare più di cinquanta visitatori ed una torre. Nel 1996, è stato realizzato un laboratorio didattico per la divulgazione della educazione ambientale ai ragazzi delle scuole, un laboratorio dove è possibile studiare la vita microscopica della palude. Il laboratorio è attrezzato di microscopi, telecamere e monitor, in modo che gli operatori possano direttamente far seguire agli studenti tutte le fasi di un’autentica ricerca.
L'area di circa 900 ettari, è un’importante stazione di rifornimento alimentare di uccelli rari come le gru, le oche selvatiche o il falco pescatore, il cavaliere d’Italia, il tarabuso e molti altri.
Una porzione dell'Oasi è costituita da 2 percorsi natura, per un totale di circa 7 km di sentieri.
Sono ben attrezzati con capanni per il "birdwatching", per un totale di 12 strutture.
Una porzione dell'Oasi è costituita da 2 percorsi natura, per un totale di circa 7 km di sentieri.
Sono ben attrezzati con capanni per il "birdwatching", per un totale di 12 strutture.
Nei mesi di Ottobre e Novembre non è difficile vedere specchi d'acqua che brulicano di uccelli, quando in tutta l'area se ne possono contare fino a 12.000. È il periodo in cui più di 300 cormorani si fanno osservare nelle suggestive evoluzioni messe in atto per pescare, magari inseguiti da un airone o da un gabbiano che tentano di derubarli.
La primavera, invece, è il periodo della biodiversità nel senso che ogni giorno è buono per osservare specie diverse. È il periodo della migrazione verso il centro ed il nord Europa dove alcuni andranno a riprodursi.
La primavera, invece, è il periodo della biodiversità nel senso che ogni giorno è buono per osservare specie diverse. È il periodo della migrazione verso il centro ed il nord Europa dove alcuni andranno a riprodursi.
Periodo e orari di apertura
Le domeniche e i festivi dal 1° settembre al 31 maggio, dalle ore 10:00 orario continuato fino al tramonto.
Per le scolaresche e gruppi organizzati, aperto tutti i giorni su prenotazione.
Per le scolaresche e gruppi organizzati, aperto tutti i giorni su prenotazione.
News
12 Novembre 2024
Un nuovo ciclo pittorico è stato scoperto all’interno del castello di Bartolomeo di Alviano e Donna Olimpia Pamphilj. A renderlo noto è l’amministrazione comunale facendo riferimento alla scoperta del restauratore Simone Deturres, a cui il Comune ha dato incarico di lavorare agli affreschi, che potrebbe raccontare qualcosa di nuovo del palazzo che fu del capitano di ventura. A seguito di sondaggi terminati a dicembre scorso sono emerse nuove figure che gettano ulteriore luce sulle opere pittoriche contenute nel prezioso edificio di Alviano i cui affreschi da anni sono tra le maggiori attrattive turistiche di chi viene a visitare il castello.
“In seguito a dei lavori di manutenzione dell’attuale biblioteca abbiamo visto apparire da un muro delle tracce di quello che ci sembrava un affresco”, riferisce il Sindaco Giovanni Ciardo. “Dato il valore e la forza espressiva degli altri affreschi nelle altre sale del Castello – spiega ancora – abbiamo pensato che fosse giusto andare ad indagare”. Conseguentemente è stato dato l’incarico al restauratore di beni culturali Simone Deturres il quale racconta: “credevo di scoprire poco più di uno stemma sopra ad un camino ed invece c’è un ciclo pittorico, tutto da recuperare. Ho eseguito diciannove sondaggi che hanno confermato la presenza di un esteso apparato pittorico, simile a quello delle altre stanze del Castello”.
Deturres parla di “situazione piuttosto grave per effetto di molti fattori concomitanti. Posso assicurare comunque che sotto agli intonaci vi è almeno un 60 per cento di quelli che erano gli affreschi originali che si possono recuperare”. Il restauratore aggiunge: “non possiamo ancora sapere per quali motivi siano stati ricoperti, magari perché danneggiati o perché ritraevano qualcosa di imbarazzante. Solo scoprendo i cartigli e l’intero affresco, come nella altre stanze, capiremo di più”. Il Castello ha attualmente tre sale affrescate: la Sala dell’Unicorno, la Sala della Stella e la Sala della Fenice. In tali affreschi, la cui datazione oscilla tra il 1518-1519 e il 1537, si intrecciano simboli, miti romani, stemmi di famiglia intimamente legati alla figura di Bartolomeo d’Alviano.
Nadia Bagnarini, storica dell’arte, che ha curato una recente pubblicazione dal titolo “Il castello di Alviano e il suo apparato iconografico. Il trionfo della dinastia dei Liviani”, afferma: “ad un primo sguardo gli affreschi appena scoperti fanno parte sicuramente di un ciclo molto articolato e necessitano di un restauro immediato che li possa preservare, al fine della tutela, fruizione e valorizzazione. Molto interessante la figura del personaggio barbuto (presumibilmente un Tritone), riemerso in uno dei saggi effettuati, notevole nella pennellata e nella resa anatomica. Ancora più accattivante appare l’immagine raffinata della Nereide alle sue spalle che ne cavalca la coda. Nutro dei dubbi sul fatto che la mano del pittore sia la stessa di quella che realizzò gli affreschi delle altre sale ma non si può escludere nulla, nell’attesa che il restauro sveli il resto”.Al momento i sondaggi sono terminati.
La relazione di Deturres richiede un approfondito intervento di restauro per recuperare l’intera superficie dipinta e ipotizza un nuovo passaggio di collegamento delle stanze non ancora esplorato. “Siamo curiosi di scoprire cosa nascondono quegli intonaci – riprende il Sindaco Ciardo – gli affreschi delle altre sale sono il cuore delle visite guidate nel Castello e riscuotono un grande successo”. Il complesso di affreschi del Castello ha anche ispirato un illustratore messicano che ha dato vita ad un percorso pittorico dal nome “Sentiero dell’Unicorno”, presso il borgo di Alviano. “Ora dobbiamo andare in fondo e scoprire quali altre storie si celano dietro a quegli intonaci, sperando che l’umidità, il tempo, la mano dell’uomo, non abbiano fatto troppi danni.
Magari potremmo scoprire altre stanze belle come la Sala della stella” ricorda ancora il Sindaco. “Tale sala – aggiunge – richiama la speranza di un padre, Bartolomeo di Alviano, di vedere “rinnovata la sua stella”, la sua storia, la sua grandezza. “Certo, siamo solo all’inizio. C’è bisogno di un consistente impegno, sia di tempo che economico. Ma ora che abbiamo iniziato a vedere così tanta bellezza – conclude Ciardo – proveremo tutte le strade per dare a questo paese una ragione in più per riscoprirsi e farsi scoprire”.